Foto: Gianluca VANNICELLI © Aeroporto Militare “M. De Bernardi” Pratica di Mare
(Simone Vicari – Aviation Report) La Guardia di Finanza quest’anno, 2024, celebra il suo 250° anniversario dalla sua costituzione. Negli anni, al suo interno, le specialità volte al controllo dei confini Nazionali, dell’immigrazione clandestina e al contrasto di traffici illeciti, hanno avuto una sostanziale evoluzione in termini di addestramento del personale e di mezzi a loro disposizione. Tra di esse, spicca il “Servizio Aereo”, che quest’anno anch’esso festeggia i suoi 70 anni di attività con il suo Gruppo Esplorazione Aeromarittima (GEA) presso l’aeroporto militare “M. De Bernardi” di Pratica di Mare.
Il Servizio Aereo ebbe le sue origini sulla base di Aviano, dove nel 1911 viene costituito il primo battaglione aviatori del Regio esercito. Tra di essi, si brevettò il Cap. della Regia Guardia di Finanza Luca Bongiovanni, seguito da molti altri suoi commilitoni, diventando così, pioniere e precursore del Servizio Aereo della Guardia di Finanza. Durante il primo conflitto mondiale, il battaglione aviatori venne coinvolto nelle squadriglie da caccia e bombardieri.Nell’immediato dopoguerra e negli anni a seguire, la presenza di personale della GdF nel ruolo aviatori ed osservatori, ebbe un notevole incremento, per il contrasto del contrabbando, che in quel periodo stava dilagando. Intorno agli anni ’50, la GdF, prese consapevolezza che, avere un supporto aereo per veicolare e supportare le attività marittime, divenne indispensabile, evidenziando la necessità della creazione di un “Servizio Aereo” proprio. Viene così costituito ufficialmente il 1° febbraio 1954, il “Servizio Aereo” della Guardia di Finanza che, grazie ad accordi con lo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, vedeva personale della GdF imbarcato nel ruolo navigatori, a bordo dei plurimotori Savoia Marchetti SM-82 e Fiat G-12, dando così inizio alle prime operazioni di pattugliamento marittimo d’altura.
Dal successo delle missioni svolte, si decise di avere una propria componente autonoma per il pattugliamento marittimo d’altura e sempre in accordo con l’Aeronautica Militare, vennero rischierati sugli aeroporti di Pisa, Guidonia, Napoli e Palermo, tre Beechcraft C-45 a disposizione della GdF. Nel 1970, il Beechcraft C-45 giunse al termine della sua vita operativa e per poter proseguire le operazioni di pattugliamento, il personale navigante ed osservatori della GdF, venne ricollocato a bordo dei pattugliatori AntiSom (Anti Sottomarini) Breguet Atlantic BR-1150 dell’Aeronautica Militare. Questa nuova fase ebbe però una notevole riduzione nel numero di missioni svolte dovendo inoltre sottostare a quelle che erano le priorità AntiSom dell’Aeronautica Militare.
La “Convenzione di Montego Bay” (Giamaica) del 10 Dicembre 1982, ebbe un consistente cambiamento nei confronti del diritto marittimo internazionale, chiedendo alle nazioni che aderirono, tra queste l’Italia, un maggiore impegno per il controllo ed il contrasto dei traffici illeciti ed immigrazione clandestina nell’area del Mediterraneo. Queste necessità furono motivo per un importante fase di ammodernamento della flotta, con l’acquisizione e l’entrata in servizio presso il “Servizio Aereo” della GdF, di nuove macchine.Per l’ala rotante impiegata per la componente territoriale e costiera, furono acquisiti l’Agusta A-109A MkII e l’Agusta Bell AB-412, mentre per la componente d’altura ad ala fissa, fu introdotto nell’agosto 1990, l’iconico velivolo ad ali di gabbiano Piaggio P-166 DL3, per un totale di 12 unità, che diventò il primo assetto per il pattugliamento aeromarittimo d’altura del 2° Gruppo Aereo del Centro di Aviazione di Pratica di Mare, dando vita nel settembre dell’anno 2000 al GEA (Gruppo Esplorazione Aeromarittima), alle dirette dipendenze del COAN (Comando Operativo Aeronavale) della Guardia di Finanza, basato sempre sulla medesima base aerea.
Attualmente al GEA – Gruppo Esplorazione Aeromarittima, ogni giorno, circa 100 persone suddivise tra i ruoli di: piloti, operatori e manutentori, contribuiscono alla piena efficienza operativa, rispondendo a ogni sua necessità. Il Gruppo, si identifica perfettamente nella sua araldica, composta da raggi di sole ed il Grifo rappresentanti del bene che “Con il rostro e con l’artiglio” (dal latino: rostrum-becco), lotta contro un’Idra, serpente mitologico marino, che rappresenta il male.
Nel 1996, su richiesta della GdF, l’allora Alenia Aeronautica, ora Leonardo, individuò nelle versioni civili commerciali del biturboelica da trasporto regionale, ATR-42-500 e 400 allungata, realizzato dal consorzio franco-italiano (Aérospatiale e Aeritalia) ATR (Avions de Transport Régional), il velivolo ideale, per la variante “militarizzata” ATR-42 MP (Maritime Patrol) per il pattugliamento marittimo, da dare in dotazione al Gruppo Esplorazione Aeromarittima. L’entrata in servizio del primo di quattro ATR-42 (GF-13/GF-16, GF sta per Grifo), uno in versione solo passeggeri (definita Green) e tre ATR.42 MP denominati Surveyor, ebbe una sostanziale rivoluzione/evoluzione nelle operazioni di pattugliamento d’altura, sia per la strumentazione che era ora possibile istallare a bordo, sia per le ore di autonomia di ogni missione che permettevano un raggio d’azione più ampio. Gli ATR-42MP Surveyor, hanno al loro interno due consolle multi funzione MOC (Multifunction Operating Consoles) sulle quali ci sono altrettanti operatori di sistema ATOS (Airborne Tactical Observation System), con un radar di ricerca, sensori elettro-ottico/infrarossi (EO/IR), ESM (Electronic Support Measures) per l’individuazione ed il riconoscimento di segnali radar con relativi sensori posizionati a prua e a poppa del velivolo e sistemi di comunicazione con datalink. Tra la cabina di pilotaggio e le consolle MOC, c’è la postazione del TACCO (TACtical COordinator), ruolo fondamentale, soprattutto in operazioni complesse, che svolge da coordinatore tra gli operatori alle consolle MOC, i piloti in cabina e le operazioni a terra.
I Survey possono essere impiegati per svolgere anche missioni SAR (Search And Rescue), grazie alla possibilità di effettuare aviolanci di gommoni di salvataggio dal portellone di accesso posteriore, in quanto apribile all’interno durante il volo, nonché, trasporto sanitario, anche in bio-contenimento, controllo ambientale, trasporto passeggeri e merci.
L’entrata in linea volo del velivolo ATR-42MP, ha incrementato notevolmente la qualità tecnologica delle missioni di pattugliamento a lungo raggio, tra queste, la possibilità di eseguire l’ombreggiamento occulto, utilizzando la telecamera elettro/ottica diurna e all’infrarosso dall’ATOS, per poter intercettare e tracciare le attività di obiettivi a notevole distanza rimanendo invisibili dal mare, permettendo quindi, di definire e gestire i tempi e le modalità di intervento più adeguati ed efficaci, anche con il supporto di assetti e personale in superficie. Con il DL 19 agosto 2016 n.177, alla Guardia di Finanza viene affidato il comparto della “sicurezza del mare” attribuendole il compito di unica Forza di polizia sul mare. La crescente necessità, di svolgere missioni sempre più performanti e complesse, in termini di autonomia e di sistemi di bordo, ha portato la GdF, ad acquisire altri quattro velivoli. Leonardo, ha quindi individuato nella versione civile ATR-72-600, denominata anch’essa MP (Maritime Patrol) con le sigle: GF-20/GF-23. Un velivolo particolarmente performante per le caratteristiche richieste per il pattugliamento marittimo d’altura e che nel tempo inoltre, andrà a sostituire il suo predecessore ATR-42MP. I primi due esemplari, con una nuova livrea interamente grigio scuro, sono stati consegnati al GEA – Gruppo Esplorazione Aeromarittima nel novembre 2019, un terzo nel settembre 2021 e il quarto a luglio 2022.
L’ATR-72MP, con una fusoliera allungata, una nuova motorizzazione, glass cockpit con FMS (Flight Management System), un miglioramento delle prestazioni di volo e della sensoristica a bordo, consolle MOC con relativi operatori ATOS (Airborne Tactical Observation and Surveillance), che passano da due a tre e la postazione per il TACCO alla quale sono dedicati 4 posti. Nell’insieme, consente un maggior numero di componenti di equipaggio imbarcato, una maggiore autonomia che, può arrivare a circa 8 ore in diurna, permettendo di conseguenza un raggio di missione più esteso. A bordo è presente un radar multimodale, in grado di eseguire il rilevamento, tracciamento e l’identificazione di bersagli a lungo raggio a 360°, in base alla stazza e velocità del natante da ricercare o alla situazione del moto ondoso, così da evitare “clutter” (ritorno di disturbo radar), capacità di Track While Scan (TWS). Migliorata la torretta elettro-ottica, dotata di videocamere con un obbiettivo da 20 inc. e telecamere a infrarossi, sistemi di comunicazione VHF e satellitare, di localizzazione di emissioni radio, radiofari, transponder e di reti cellulari. Completa una suite di sensori attivi e passivi, IFF sistemi per TACAN V/UHF per la navigazione aerea. Inoltre, in caso di supporto a missioni SAR (Search And Rescue) ha un dispositivo integrato a poppa per il lancio di battellini pneumatici di salvataggio e materiali di soccorso, visto che non è più possibile aprire il portellone in volo, perché in questa versione funziona come scaletta, aprendosi all’esterno.
Anche i P-72B possono essere rapidamente configurati in quattro varianti, oltre a quella da pattugliamento marittimo, è possibile avere una configurazione mista da pattugliamento e trasporto con la conservazione della postazione del TACCO con i suoi 4 posti, la presenza di una consolle (MOC) del sistema ATOS, 4 posti per l’equipaggio e l’aggiunta di 30 sedili per il trasporto passeggeri, una variante solo passeggeri a 68 posti, una versione cargo capace di imbarcare pallet e altri carichi attraverso il portellone anteriore sulla sinistra della fusoliera ed una variante MEDEVAC per il trasporto di 12 feriti barellati o il trasporto sanitario anche in bio-contenimento utilizzando le barelle IsoArk N36. Attualmente, la flotta del GEA – Gruppo Esplorazione Aeromarittima è composta da 10 velivoli: 4 ATR-42, 4 ATR-72 e 2 P-180 Avanti II. L’ultimo nato della Piaggio, presente dal 2007 con le sigle GF-18/GF-19, è destinato principalmente al trasporto e supporto tattico alle operazioni a favore del Comando Generale, del Comando Operativo Aeronavale, al trasferimento di equipaggi, come pure a quello di persone sotto particolare tutela.
Gruppo Esplorazione Aeromarittima: il pattugliamento aeromarittimo d’altura
Le missioni assegnate al GEA possono essere su iniziativa della Guardia di Finanza stessa, quindi missioni al fine di rilevare, identificare natanti sospetti, che possono mettere in atto traffici illeciti, come il traffico di sostanze stupefacenti, di armi o contrabbando, o missioni assegnate dall’European Border and Coast Guard Agency – Frontex, l’agenzia per il controllo delle frontiere esterne dello Spazio Schengen. Le operazioni per l’area del mediterraneo centrale, prendono il nome di Italy in Italia, Poseidon in Grecia e per il Mediterraneo orientale in Indalo in Spagna. Nelle rispettive aree, si possono sviluppare flussi di immigrazione clandestina, provenienti dall’Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Turchia e Albania.
In entrambi i casi, in base alle caratteristiche del target da rilevare/intercettare, come dimensioni/stazza o velocità, a terra viene preparato uno schema di ricerca a pettine che fa in modo che l’ombreggiamento radar, vada a sovrapporsi lungo i rettilinei di percorrenza, così da non lasciare nessun tratto scoperto. Inoltre, ogni natante superiore ad una determinata stazza, ha l’obbligo di attivare il sistema anti collisione AIS (Automatic Identification System), utilizzato per dare la posizione in tempo reale e relative informazioni del natante e che gli operatori ATOS alle consolle MOC possono tracciare, con tutte le relative informazioni, come il tipo di imbarcazione e relativi dati di navigazione, porto di partenza ed arrivo.
Per il Gruppo Esplorazione Aeromarittima ed il Servizio Aereo, essere pronti quotidianamente ad una tale efficiente risposta e coordinazione tra i vari assetti aeronavali è una priorità, di conseguenza, la GdF in collaborazione con Leonardo, ha messo a punto un polo di simulazione addestrativo per operazioni aeronavali complesse tra i più evoluti al mondo, con al suo interno un simulatore per il P-72B, simulatori per elicotteri AW139, AW169, un simulatore di una plancia navale completa, ed un simulatore di una cabina di elicottero (MITHOS) per addestrare gli aerosoccoritori in realtà virtuale alle operazioni di recupero al verricello.
Il GEA è una vera e propria eccellenza, di cui andarne fieri in Italia e nel mondo, perché è nella trasparenza del cielo e nel silenzio delle onde del mare, che ogni giorno donne e uomini del Servizio Aeronavale e del GEA della Guardia di Finanza, agiscono e garantiscono la legalità e la sicurezza del nostro paese. Nessuno li vede, nessuno li sente, ma loro sono sempre presenti per affrontare attuali e future sfide, di un’oscura Idra sempre in agguato dal mare.