In questa fase di riforma del sistema sanitario, sarà importante “assicurare agli assistenti infermieri buone condizioni di lavoro e di formazione”. Così Margrieta Langins, Nursing and Midwifery Advisor, Ufficio regionale Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l’Europa – in occasione del recente incontro ‘Sfide e priorità della professione infermieristica in Europa e nel mondo’, promosso a Roma da Fnopi, Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche, con il patrocinio del ministero della Salute e la collaborazione dell’Oms – è tornata sulla figura degli ‘healthcare/nursing assistant’, della cui introduzione si sta attualmente dibattendo in Italia, e della cui utilità al sistema salute si è diffusamente parlato durante l’incontro capitolino.
Secondo Langins, gli assistenti infermieri “non vanno visti come un’evoluzione della professione infermieristica in sé, ma piuttosto come una categoria a parte di professionisti, che non devono essere utilizzati per sostituire gli infermieri, visto che non sono formati allo stesso livello degli infermieri, il cui titolo è ‘protetto’ da un livello ben preciso di formazione in Italia e nel resto dell’Europa”. Senza adeguata “formazione e buon trattamento di lavoro, la disponibilità di più ‘braccia’ – avverte l’esperta – non si tradurrà necessariamente in un’assistenza migliore. Evidenze scientifiche a livello internazionale lo stanno già dimostrando. E se gli infermieri dovranno supervisionare gli assistenti, questo compito dovrà sostituire altre responsabilità, poiché è importante non gravare di ulteriori responsabilità una forza lavoro già stremata e sotto pressione”.