Con un Motu proprio del 1° ottobre, Papa Francesco ha disposto la ridefinizione dei confini delle prefetture in cui è suddivisa la Diocesi di Roma. La scelta del Pontefice è dettata, con l’avvicinarsi del Giubileo, di rileggere il valore del senso pastorale con la presenza sul territorio della diocesi di Roma che è diventata “necessaria e improrogabile” per creare una visione più dinamica tra centro e periferie.
Nel documento Papa Francesco sottolinea come l’espansione dell’agglomerato urbano abbia portato ad una divisione e un allontanamento tra centro e periferie.
“In questo nuovo orizzonte – scrive il Pontefice – non ci saranno più un centro isolato e una periferia divisa in compartimenti separati, non più muri ma ponti, con la diocesi di Roma che sarà concepita come un unico centro che si espande attraverso i quattro punti cardinali”.
Il Papa si sofferma sul significato di bellezza “che salverà il mondo solo se la Chiesa riuscirà a salvare la bellezza; salvarla dalle manipolazioni ideologiche del falso progresso e dalla sottomissione al commercio e all’economia, che spesso la riducono a specchietto per le allodole o a bene di consumo effimero”.
“La fragilità è un’altra manifestazione della bellezza che ci impone attenzione. Più ci prendiamo cura delle fragilità e più risultiamo belli”. Il Papa coglie l’occasione per ringraziare i tanti operatori e volontari che, con autentico spirito evangelico, hanno reso Roma una città sensibile alle esigenze dei bisognosi, soprattutto nel Centro Storico. Elogia tante realtà aggregative che fanno capo a molte confraternite o enti affini, le quali si occupano della cura dei più deboli. Realtà che devono essere “conosciute, incrementate e sostenute da tutta la diocesi”.
Il Pontefice conclude che “È necessario andare al di là del bisogno elitario ed egoistico di erigere muri di separazione e di contrasto, la risposta della nostra diocesi è quella di gettare ponti su cui possa scorrere la comunione ecclesiale che ci rende tutti, uno per uno e tutti insieme, appartenenti solo a Cristo Risorto e alla sua Chiesa”.