Proprio da questo luogo di “sofferenza, ma anche speranza” il Papa ha voluto iniziare la sua giornata nella città lagunare, prima della messa solenne in Piazza San Marco.
Papa Francesco ha definito l’incontro con le detenute un momento per “donarsi a vicenda tempo, preghiera, vicinanza e affetto fraterno. Oggi tutti usciremo più ricchi da questo cortile, forse chi uscirà più ricco sarò io, e il bene che ci scambieremo sarà prezioso. Dio ci vuole insieme perché sa che ognuno di noi, qui, oggi, ha qualcosa di unico da dare e da ricevere, e che tutti ne abbiamo bisogno”.
Le detenute ascoltano commosse le parole del Papa: “La permanenza in una casa di reclusione può segnare l’inizio di qualcosa di nuovo, attraverso la riscoperta di bellezze insospettate in noi e negli altri. E poi ripartire. E per questo è fondamentale che “anche il sistema carcerario offra ai detenuti e alle detenute strumenti e spazi di crescita umana, spirituale, culturale e professionale, creando le premesse per un loro sano reinserimento”.
Bergoglio ribadisce le parole che sempre ha rivolto nelle sue quattordici visite in questi undici anni a chi vive in carcere: “Non dimentichiamo che tutti abbiamo errori di cui farci perdonare e ferite da curare, e che tutti possiamo diventare guariti che portano guarigione, perdonati che portano perdono, rinati che portano rinascita”.
Prima di lasciare la Giudecca, Papa Francesco lascia alle donne una frase “con cui iniziare ogni giornata: Oggi è il momento adatto”, “oggi è il giorno giusto”, “oggi ricomincio”, sempre, per tutta la vita”. E’ come se Francesco non volesse lasciare questo luogo di dolore ma anche di speranza e la battuta: “Ora mi cacciano via” regala un altro sorriso alle detenute cui Bergoglio lascia come dono, “per tutte voi”, un’icona della Madonna: “È la tenerezza della mamma e questa tenerezza Maria ce l’ha con tutti noi”.
Fuori lo attende una motovedetta che lo trasporterà nella Basilica di Santa Maria della Salute per l’incontro con 1.600 giovani del Triveneto.