Una “persona aperta e serena”, dalle “grandi capacità di relazione e di dialogo”, che ha speso la sua esistenza “al servizio della Chiesa, della Santa Sede e del Papa”, sempre pronta a schierarsi “in favore delle persone oppresse nei loro diritti ed a sostegno dei più deboli”, sull’esempio di quel fra Cristoforo dei “Promessi Sposi” che lo aveva affascinato negli anni del liceo.
Così il cardinale Giovanni Battista Re, come riporta vatica News, ha ricordato il cardinale Renato Martino, scomparso lunedì scorso a Roma, all’età di 91 anni, durante la Messa esequiale presieduta questo pomeriggio, 30 ottobre, all’altare della Cattedra della Basilica vaticana. Una quarantina i concelebranti tra cardinali, vescovi e sacerdoti, ai quali si è unito il Papa per presiedere il rito dell’Ultima Commendatio, l’ultima raccomandazione a Dio perché accolga l’anima del defunto nella gloriosa comunione dei santi, e della Valedictio, il commiato, ossia l’ultimo saluto prima della sepoltura.
Il cardinale Re ha poi accennato agli ultimi anni di vita di Martino, che per problemi di salute “non era più in grado di uscire di casa” ma che fino a poco tempo fa “ha celebrato la Messa ogni mattina”, poi la richiesta di ricevere il sacramento dell’unzione degli infermi. “Ha accolto il suo tramonto con la serenità di chi sa che morire significa entrare nell’eterna felicità” ha osservato Re, evidenziando che la vita “non termina nella tomba, ma nella casa del Padre” e che “la morte è Dio che chiama alla vita eterna”. Una certezza questa, ha concluso Re, che ha illuminato l’intera esistenza del cardinale Martino.