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A Roma, nella chiesa di San Marcello al Corso, esposto il capolavoro di Salvador Dalì: il Cristo di San Juan de la Cruze

18/05/24 - 08:48

Il cammino verso il Giubileo porta a Roma, nella chiesa di San Marcello al Corso, il capolavoro di Salvador Dalì, il Cristo di San Juan de la Cruze e il disegno-reliquia tratteggiato dal santo carmelitano che l’ha ispirato. L’opera di Dalì è stata prestata dal Kelvingrove Art Gallery and Museum di Glasgow, mentre la reliquia del santo carmelitano proviene dal santo Monasterio de la Encarnación di Ávila.

Nella chiesa di San Marcello al Corso, sull’altare maggiore, campeggia un grande drappo con le parole che Dio disse a san Giovanni della Croce proprio in quell’occasione: “Se vuoi una parola di speranza, fissa lo sguardo in Lui solo. Vi troverai più di quanto desideri”.

L’opera di Dalì è posizionata proprio sopra la teca rossa che custodisce la piccola immagine disegnata a inchiostro su un pezzo di carta racchiuso nel reliquiario d’oro. Salvador Dalì vide ad Ávila, dalle mani delle suore, questo schizzo di San Giovanni della Croce e ne rimase impressionato, così nel 1951 tradusse a suo modo quell’immagine.

Fino al 23 giugno a Roma, si potrà quindi ammirare il Cristo di Salvador Dalì, il Cristo di San Giovanni della Croce, come lui ha voluto che si chiamasse. Opera tra le più iconiche al mondo è legata all’esperienza mistica del santo carmelitano spagnolo Giovanni della Croce e a una sua visione mistica che lo portò, intorno al 1572, a lasciare traccia su un frammento di carta, rubato all’amica Teresa d’Ávila. Giovanni tratteggiò la figura del Signore in croce, come lui lo aveva visto durante un’estasi, mentre il Padre gli parlava del grande dono d’amore di suo Figlio”, spiega il curatore della mostra don Alessio Geretti, che racconta come “Dalì, nel 1948, ebbe l’occasione di vedere questo piccolo frammento che gli fece riscoprire la bellezza della fede cattolica, decise di prepararsi a dipingere il suo Cristo e, quasi non osando mostrarne la bellezza che supera ogni immaginazione, si lasciò ispirare dal Maestro Giovanni della Croce, mostrandocelo dall’alto, in modo che non possiamo vedergli gli occhi. Però ne percepiamo la fisicità stupenda e perfetta”. Come modello, Dalì scelse lo stuntman e acrobata di Hollywood Russell Maurice Saunders,spiega Geretti, un “corpo da divinità greca, una sintesi di bellezza, di genio, di spiritualità, di mistero”.

 

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