Nel 2025 la Galleria d’Arte Moderna di Roma compie cento anni e per festeggiare si inizia con la mostra L’estetica della deformazione. Protagonisti dell’espressionismo italiano degli Anni Venti-Quaranta con 130 opere esposte.
I lavori in mostra sono stati selezionati dalle curatici Arianna Angelelli, Daniele Fenaroli e Daniela Vasta e si potranno ammirare vari autori ed esperienze diverse: la Scuola di Via Cavour – con Scipione, Mafai, Antonietta Raphaël, Mazzacurati – e la Scuola Romana, con Melli, Pirandello, Guttuso, Ziveri, il primo Afro e il primo Mirko. I più rilevanti rappresentanti dei Sei di Torino, Levi, Menzio, Chessa, Galante, che nel corso degli anni Trenta si sono conquistati un posto fisso. Si continua, poi, con i pittori della cerchia milanese e ulteriori protagonisti dell’epoca come Rosai e de Pisis.
La mostra apre il percorso con la Scuola di via Cavour. Nome scelto da Roberto Longhi nel 1929 legato alla via dove abitavano Mafai e la sua compagna la lituana Antonietta Raphaël. E con loro Scipione e l’emiliano Marino Mazzacurati.
Nella sezione dedicata ai Sei di Torino il ruolo del protagonista lo si può assegnare a Carlo Levi che si specializza nel ritratto. Il terzo gruppo è quello di Corrente, protagonista dal 1938, a Milano, di un robusto e appassionato Espressionismo lirico. Tra i primi capolavori di Renato Birolli bisogna citare il matissiano Arlecchino che compensa la rinuncia ai volumi con l’accentuato cromatismo.
A corollario della mostra, una sezione dedicata a Ottone Rosai ricorda una personalità anticonformista che, già nella Firenze degli anni Venti, si apre ad una pittura antiretorica, essenziale e intimista.