Ad un anno dalla scomparsa Fernando Botero e la sua arte arrivano a Roma con una grande mostra a Palazzo Bonaparte, inaugurata oggi e che proseguirà fino al 19 gennaio 2025.
Già a luglio le sculture di Botero avevano invaso le strade di Roma con installazioni nelle piazze più importanti del centro: da piazza Mignanelli a piazza del Popolo, da Largo San Carlo al Corso alla Terrazza del Pincio. Da oggi 120 raccontano il percorso del maestro colombiano. A curare la mostra la figlia Linae da Cristina Carrillo de Albornoz, studiosa delle sue opere.
“Questa è una mostra eccezionale – ha affermato Lina Botero – perchè è la prima grande esposizione di pitture dedicata a Fernando Botero dopo la sua morte. È anche una visione diversa del suo lavoro, che mette in evidenza la maestria con cui ha lavorato con tecniche diverse nel corso della sua carriera artistica. È un’occasione straordinaria per celebrare il primo anniversario della morte di mio padre in Italia, un Paese che ha significato molto per lui e per il suo lavoro”.
“In Italia, a 20 anni, quando si confrontò con i capolavori del Rinascimento italiano, in particolare Piero della Francesca, Paolo Uccello e Masaccio, con forme massicce e colori straordinari, avvenne la sua ‘metamorfosi’. Botero si è sempre interessato al volume, fin dai suoi inizi, in modo inconsapevole, ma ha capito la sua trascendenza nell’arte studiando i maestri del Quattrocento italiano”, ha sottolineato Cristina Carrillo de Albornoz che con Lina Botero ha curato l’esposizione a Palazzo Bonaparte.
Dipinti, acquerelli, sanguigne, carboncini, sculture e alcuni straordinari inediti, prestati eccezionalmente solo per questa mostra, saranno esposte nelle prestigiose sale di Palazzo Bonaparte. Opere di grandi dimensioni che rappresentano l’inconfondibile sontuosa rotondità dello stile di Botero.
La mostra, che esplora anche la straordinaria relazione tra Botero e l’Italia, si apre con un’opera importantissima e mai esposta prima: Omaggio a Mantegna (1958), prestito straordinario proveniente da una collezione privata degli Stati Uniti e che, dopo decenni, è stato recentemente scoperto da Lina Botero tramite Christie’s. Affascinato da uno dei capolavori del Rinascimento, la “Camera degli sposi” di Mantegna nel Palazzo di Mantova, Botero decise di rendere omaggio al maestro italiano dopo il suo viaggio in Italia e scelse l’affresco della parete nord, la scena della corte dei Gonzaga in cui Ludovico è raffigurato seduto mentre riceve una lettera dal s uo segretario, Marsilio Andreasi. Intorno a lui ci sono i suoi parenti: una scena che Botero trasformò in un’opera tutta sua, in cui esaltò la monumentalità e il colore eccezionale, vincend o con questo quadro il primo premio al Salone Nazionale di Pittura della Colombia nel 1958.
Non mancheranno le versioni di capolavori della storia dell’arte, come la “Fornarina” di Raffaello, il celebre dittico dei Montefeltro di Piero della Francesca, i ritratti borghesi di Rubens e “Ritratto dei coniugi Arnolfini” di Van Eyck fino ad arrivare alle ultime opere che Botero realizzò nel 2023 come il grande acquerello dell’ Odalisca . Altra opera fondamentale ed inedita e mai esposta al pubblico – perchè da sempre appesa nello studio parigino di Botero – è una versione dell’infanta da “Las Meninas” di Velázquez , pittore che Botero copiò durante il suo apprendistato al Prado da giovane studente. Nel corso della sua vita Botero realizzerà numerose versioni dell’opera, in particolare quella dell’Infanta Margarita d’Austria. Mantenendo la stessa aura di grandezza e maestosità, la Menina di Botero è più di una semplice versione, è un’opera nuova, un Botero autentico. Immancabili le sue iconiche serie coi temi classici e a lui più cari come l’amata America Latina, il circo, la religione, la mitologia, la natura morta e la corrida, quest’ultima forse il tema più interessante perché interpretato attraverso il filtro della tradizione ispanica molto sentita nell’arte, da Goya a Picasso.
Una sala è dedicata, infine, alla più recente sperimentazione del maestro che, dal 2019, dipinse con una nuova tecnica degli acquerelli su tela e in grandi formati: opere quasi diafane, sintesi dell’opera di una vita, frutto di un approccio delicato ai temi familiari di sempre.
Fernando Botero morì il 15 settembre 2023 realizzando il suo sogno di continuare a lavorare fino all’ultimo, lasciando un’eredità immensa al mondo dell’arte. Ai figli ha chiesto, quando non ci sarebbe stato più, di fare mostre ovunque. Ed è quello che Lina, Fernando e Juan Carlos si sono promessi di fare, ora a Roma.