Dal 1976 al 1984, il Palazzo tardo-quattrocentesco che deve il suo nome al cardinale Stefano Nardini è stato fulcro di un’esperienza essenziale nel processo di autocoscienza del Movimento di liberazione della donna. Sede di lotte politiche, attività culturali, centro di aiuto.
Ora sono partiti, come scrive Artribune, i lavori di recupero e di restauro della prima Casa delle donne in Italia, con l’occupazione di Palazzo Nardini da parte del Movimento di liberazione della donna.
Dopo oltre dieci anni di abbandono, il 2 ottobre del 1976 i collettivi femministi della città decisero di occuparlo con un’azione non violenta proprio per l’alto valore simbolico che il Palazzo di Via del Governo Vecchio aveva rivestito per secoli nella storia di Roma.
Palazzo Nardini, con il grande cortile centrale su cui si affacciavano i loggiati, i lunghi corridoi, era stato scelto dal movimento, che voleva creare una “città delle donne” nel cuore di Roma, in un luogo facilmente raggiungibile da tutte.
La lunga parentesi si sarebbe protratta fino al 1984, con lo sfratto dall’edificio però alla volta di una nuova destinazione stabile, quel complesso monumentale del Buon Pastore – nella zona trasteverina della Lungara, di là dal Tevere rispetto a Palazzo Nardini – già penitenziario femminile, occupato nel 1987 e finalmente riconosciuto dal Comune come sede della Casa Internazionale delle Donne nel 1992.
Scritte e graffiti rinvenuti principalmente nell’area dello scalone di collegamento tra i piani e sulle pareti della corte centrale recano testimonianza di ciò che è stato e che il Palazzo ha custodito nei lunghi anni di abbandono: il restauro conservativo attualmente in corso, fortemente voluto dalla proprietaria dell’immobile Angela Armellini, rimuoverà queste tracce dalle pareti con l’intento, però, di farle rivivere in uno spazio a loro dedicato e con l’ausilio di artisti contemporanei, sempre all’interno del complesso.
Quando, a breve, si avvierà un nuovo capitolo nella storia di Palazzo Nardini, l’anima dell’esperienza femminista di Via del Governo Vecchio tornerà ad essere raccontata.