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Disordini a Casal del Marmo, i sindacati: “Il personale carcerario lavora in stato di abbandono”

17/11/24 - 12:12

Nuovi disordini nel carcere minorile di Casal del Marmo dove ieri un detenuto ha colpito in pieno volto un agente penitenziario causandogli una ferita all’ orbita oculare che ha richiesto il trasporto in ospedale con una prognosi di otto giorni.

A seguito dell’aggressione si è scatenata una rissa. Subito è arrivata una nota dei sindacati della polizia penitenziaria.

“Veniamo a conoscenza che, all’interno del reparto giovani adulti sono rimasti feriti un agente e il comandante di reparto – dichiara in una nota il coordinatore regionale Fp Cgil Roma e Lazio Pierluigi Acunzo -. Protagonista un detenuto che ha aggredito i colleghi utilizzando un vassoio come arma. Ulteriori disordini si sono registrati nel pomeriggio con una maxi rissa tra i detenuti al campo sportivo che, solo il rapido intervento del poco personale presente, ha evitato si trasformasse in qualcosa di molto più grave. Come sindacato abbiamo evidenziato più volte alla direzione dell’istituto lo stato di abbandono in cui opera il personale di polizia penitenziaria, lasciato solo in balia di una parte di detenuti sempre più violenti. Il personale è esausto e numericamente inferiore per poter lavorare in serenità, soprattutto dopo la recente assegnazione di agenti dal comparto minorile a quello adulto. Auspichiamo – conclude Acunzo – che tra le priorità dell’agenda dell’Esecutivo vi siano l’ aumento degli organici e la revisione della legge n. 117 del 2024 che ha esteso la fascia di età dei giovani adulti fino a 25 anni. Ai colleghi aggrediti esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza, uniti dagli auguri di una pronta guarigione”.

Anche il segretario del Sappe Lazio, Maurizio Somma denuncia: “Sembra davvero inarrestabile la spirale di violenza nell’Ipm di Roma: all’interno di Casal del Marmo, un Sovrintendente capo intervenuto per sedare una lite tra detenuti è stato colpito più volte sul volto con un vassoio spezzato da uno dei detenuti ed ha rischiato di perdere un occhio – prosegue il sindacalista -. Queste sono situazioni che destabilizzano l’ordine, la sicurezza e la serenità del personale operante. Pertanto, considerato quanto previsto dal protocollo in vigore, si rende indispensabile disporre il trasferimento degli aggressori in altro istituto penitenziario”.

Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “è ora di rivedere completamente le politiche di gestione e di trattamento dei detenuti minorenni, tra i quali vi sono soggetti con profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e persino da adulti, fino a 25 anni di età, che continuano a essere ristretti. La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il Sappe, è molto complessa e problematica”.

 

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