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“La tua fine è vicina”, minacciava la collega via web: arrestato 31enne per atti persecutori

04/01/24 - 09:29

Due mesi d’inferno per la donna vittima di stalking da parte di quello che si è poi scoperto essere un collega. L’uomo, 31enne romano, è stato arrestato dalla Polizia Postale in flagranza differita in quanto accusato di atti persecutori nei confronti di una ex collega di lavoro.

La vittima nel novembre scorso si è rivolta alla Polizia Postale di Roma per denunciare una serie di episodi preoccupanti. Ha raccontato infatti di aver ricevuto prima un mazzo di fiori a casa da parte di un ammiratore sconosciuto, cui sono seguiti altri segnali che l’hanno indotta a cambiare orari e stile di vita.

Poi sono iniziate le mail anonime con allegate fotografie prese dal profilo Instagram della vittima che ha poi iniziato a notare che a suo nome, ma a sua insaputa, erano stati effettuati alcuni tentativi di acquisti e-commerce ed erano stati attivati una serie di servizi on line, fra i quali registrazioni su siti web pornografici o di incontri a sfondo sessuale.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, appunto a novembre, l’arrivo di altre due mail contenenti chiare minacce: “LA TUA FINE E’ VICINA” e “PENSATI MORTA”, il problema è che le mail arrivavano dall’indirizzo delle vittima ma passando attraverso un dominio esterno che ne consentiva l’anonimato.

Tutti gli accertamenti investigativi condotti dagli agenti del C.O.S.C. Lazio non consentivano inizialmente di identificare il reale autore di tali comportamenti, che dimostrava una notevole abilità nel cancellare le proprie tracce informatiche. La svolta nelle indagini, alla vigilia di Capodanno, quando la donna ha denunciato l’acquisto su un noto portale online di un anello in oro e brillanti di notevole valore fattole recapitare a casa la sera del 28 dicembre.

A quel punto gli operatori della Polizia Postale sono riusciti a risalire ad un romano 31enne, ex collega della vittima con precedenti penali per violenza e già condannato per detenzione abusiva di armi.  Considerando il profilo criminale dell’autore degli atti persecutori, evidentemente allarmanti per l’incolumità della vittima, è stato richiesto d’urgenza un decreto di perquisizione informatica che. tempestivamente emesso dalla Procura di Roma, veniva eseguito portando al rinvenimento di tracce sul web che hanno potuto far attribuire responsabilità penali a carico dell’uomo.

Al riguardo, va sottolineata l’efficacia della nuova normativa in materia di codice rosso, che ha consentito di procedere al previsto arresto in flagranza differita, grazie alle prove raccolte sull’ultimo atto persecutorio denunciato, consumato nelle precedenti 48 ore dall’intervento degli investigatori e cristallizzato con l’acquisizione delle tracce informatiche rimaste sul telefono cellulare del ragazzo, relative all’acquisto dell’anello, nonché delle pregresse minacce.

La  Polizia di Stato ricorda in ogni caso che bisogna sempre trovare il coraggio di rivolgersi alle competenti autorità per chiedere il necessario supporto personale e psicologico, al fine di scongiurare rischi più grandi per la propria incolumità.

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