Il superamento del campo nomadi dell’Albuccione, con la rimozione delle baracche e dei rifiuti, sta avvenendo in maniera condivisa con le famiglie nomadi. Si tratta di un insediamento abusivo, che risale a più di dieci anni fa, su un terreno di proprietà dell’ex Istituto Santo Spirito, oggi appartenente alla Asl RM5.
In due anni il lavoro dell’amministrazione di Guidonia, nello specifico dell’assessorato ai servizi sociali guidato da Cristina Rossi ha portato ad un percorso progettuale condiviso con le diverse associazioni e istituzioni che si occupano del problema dei campi Rom. Ad oggi molti residenti del campo hanno lasciato volontariamente le loro baracche tornando agli insediamenti da dove provenivano. Altri nuclei familiari, residenti a Guidonia, verranno assistiti temporaneamente dal Comune con un contributo per l’affitto.
L’assessorato ai servizi sociali ha stipulato con gli occupanti del campo dell’Albuccione dei “patti di corresponsabilità” che hanno accompagnato e accompagneranno questo percorso condiviso per restituire decoro, legalità e anche serenità ai cittadini che vivono nelle vicinanze e in definitiva a tutta la città.
Giorni fa nei pressi del campo dell’Albuccione si è sviluppato un incendio che ha generato fumi tossici per la combustione di tutti i rifiuti accumulati in dieci anni.
Il Comune, che avrebbe potuto due anni fa, provvedere ad uno sgombero forzato, con il rischio di disordini e tensioni e con la necessità, impossibile per le casse dell’ente, di sostenere economicamente le fragilità, è stato lungimirante, attento ai bisogni della città ma anche a quelli delle famiglie e dei numerosi bambini, disabili e anziani che popolavano il campo. L’azione messa in campo dal comune amministrato dal sindaco Mauro Lombardo è un esempio virtuoso, un piano da cui prendere esempio per casi analoghi.
Marietta Tidei, capogruppo di Italia viva al Consiglio regionale del Lazio.